Parlare di BDSM nelle connotazioni di un romanzo ben costruito è impresa ardua. Non è facile e taccio volutamente l´estensione dell´acronimo, non per la mera finalità... di evitare atteggiamenti di prevenzione nei riguardi di un´opera degna di lettura e diffusione, che ha già riscontrato ampi consensi di pubblico, ma per contribuire a suscitare la sana curiosità di esplorare contenuti inconsueti e avversi a un certo moralismo, quantomeno nel campo letterario classicamente concepito. Caffè Grande di 2emmepì, è il racconto di agognati e ricercati frangenti erotici più unici che rari, che in un sol giorno trovano presupposti e compimento grazie all´incontro fortuito dei due protagonisti. Un lui e una lei non più giovanissimi, a fronte di un tacito accordo, colgono il reciproco gioco di sguardi, sorseggiando rispettivamente un caffè e un bicchiere di latte. Come in un´altra epoca, aggrappati ai canoni di un tardo decadentismo, l´irrazionalità e il mistero prevalgono, e l´obiettivo di un raffinato quanto estremo godimento, si espleta nell´atto erotico-sessuale di un´incognita. Dietro la maschera delle rispettive identità sconosciute, i due protagonisti si avvicendano in giochi erotici diluiti nel lungo passato storico del ricordo, unico grande protagonista del romanzo. Narrazione particolarmente complessa, aulica e amena come certi arazzi che la sola vista inquieta per l´abbondanza dei particolari intessuti dalla trama e l´ordito, e al contempo rilassa per la rappresentazione d´insieme. Il gusto soggettivo si fa da parte, per accogliere e contemplare la finzione narrativa al pari di un romanzo d´avventura. Senza discuterne il contenuto audace, ma ammirando la maestria dell´espressione, vorticosa e delirante quanto l´azione stessa, ridondante di epiche elisioni, attributi e sostantivi d´antico vocabolario d´alta letteratura. E consapevolmente soggetta al vaglio semantico di una scrittura che accentra e trascina, nella spirale di abili manipolazioni linguistiche, significanti e significati. Perchè, checchè se ne dica, qui nulla è casuale. Ci vuole coraggio, un´ abilità premeditata e geniale nel tentare di rompere gli schemi del pudore e sfatare il mito della volgarità che da sempre accompagna certi argomenti, quando esulano dalla sfera della segreta intimità. Un azzardo ben riuscito. Nessuna censura, dunque. Ma il plauso sincero all´autore e alla sua scelta del sentiero più battuto che ha saputo trasformare in territorio d´élite di raffinata narrazione e piacevole lettura. Rosa Eva Bavetta, scrittrice, critico letterario e poetessa